Gli animali provano emozioni?

Qualcuno tra voi pensa che i cani non abbiano sentimenti? Che non sappiano provare gioia e tristezza?

30 dicembre 2021

È esattamente così che Marc Bekoff, professore di biologia presso l’Università del Colorado, ama iniziare con provocazione le sue lezioni. È ovvio che una qualsiasi persona che abbia avuto la fortuna di vivere con un cane, non può credere che questi esseri viventi non siano capaci di provare emozioni

Basti pensare alle feste che ci fanno quando rientriamo a casa dopo essere stati fuori per diverso tempo, non sta forse provando gioia il nostro cane?

Al contrario, quando invece sgridiamo il nostro cucciolo dopo uno dei tanti disastri che combinano, non è palesemente visibile tristezza nei suoi occhi? Forse per alcuni di voi, tutto questo può sembrare scontato, perché si, è così chiaro che gli animali provino delle emozioni; eppure per diverso tempo la comunità scientifica era molto scettica a riguardo.

Molti autori hanno sostenuto per tanti anni che gli animali non fossero in grado di provare emozioni complesse come le nostre, per questo motivo si virgolettavano le emozioni quando associate ad un animale, come: il cane sembra ‘felice’. 

Charles Darwin fu il primo scienziato a studiare in modo sistematico i sentimenti degli animali e affermò che questi sono in grado di percepire sei emozioni universali: rabbia, felicità, paura, disgusto, tristezza e sorpresa. 

Altri autori hanno poi aggiunto altre emozioni come: disprezzo, vergogna, imbarazzo, gelosia, empatia, senso di colpa, orgoglio, invidia, ammirazione e indignazione. 

Per molto tempo abbiamo pensato agli animali come esseri viventi privi di emozioni al pari delle nostre, eppure Jane Goodall, che ha studiato gli scimpanzé per molti anni in Gombe, afferma di aver assistito a delle scene strabilianti e commoventi. Non solo, Jane, riusciva a vedere chiaramente quando uno scimpanzé provava gioia a dolore, ma ha anche assisto a delle situazioni che fino a poco tempo fa pensavamo fossero unicamente presenti nella sfera emozionale umana. 

Jane Goodall con uno scimpanzé

In particolare Jane, racconta di aver osservato scimpanzé di giovani età soffrire molto della morte della propria madre, al pari di un orfano che dimostra depressione clinica. Nel suo primo viaggio in Gombe, Jane era profondamente affezionata a una femmina di scimpanzé, Flò, che ha generato diversi cuccioli, uno tra questi, Flint, ha pianto per molto tempo la morte della madre, è caduto in una forte depressione, non si nutriva né si spostava più dal cadavere della madre, questo lo ha addirittura portato alla morte, racconta l’etologa in molti dei suoi testi.

Le emozioni possono essere divise in due categorie: emozioni primarie e secondarie. 

  • Le emozioni primarie sono considerate di base, innate e includono riflessi incondizionati dovuti per esempio alla paura. Queste emozioni primarie comprendono tutte le sei emozioni definite da Darwin.

  • Le emozioni secondarie invece sono più complesse rispetto alle precedenti e coinvolgono centri cerebrali differenti. Non sono automatiche ma vengono elaborate nel cervello. Queste emozioni coinvolgono gelosia, compassione o empatia. 

Diversi dati scientifici affermano che gli animali possono provare emozioni secondarie quindi molti di questi possono provare empatia (che prevede un elevato grado di consapevolezza di se). 

I cani, proprio grazie alle loro emozioni e alla loro empatia, ci hanno conquistato. La quotidianità di molti di noi dipende da loro. 

Diversi veterinari, come Marty Becker, o Allen Schoen riportano dati relativi all’impatto che i cani possono avere sulla salute umana. In generale gli animali da compagnia aiutano sia lo stato psicologico che fisico dell’uomo. Il cane infatti può comportare alla riduzione della pressione sanguigna, piuttosto che incremento dell’autostima e miglioramento della qualità della vita nelle persone anziane. 

I cani non solo: aiutano persone cieche, avvertono i soccorsi, salvano bagnanti, ma, possono, grazie alla loro socialità e grazie alle loro emozioni, aiutare un uomo a vivere meglio. Questo è stato dimostrato da: 

  • Ricercatori dell’università della California che hanno osservato la diminuzione del 24% dell’ansia in pazienti cardiopatici tra quelli che interagivano con cani.

  • Studiosi in Colorado hanno evidenziato come donne detenute nel riformatorio femminile traevano un aumento del benessere psicofisico se potevano prendersi cura di cani.

Questo articolo,  l’ho scritto pensando a Becky,  una bella cagnolona sempre felice e non ‘felice’ 

Credits Foto

Photo by Gratisography on Pexels

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